di Gabriele Congiu
Microsoft vuole fare luce su uno dei problemi principali che affligge la divisione Xbox da ormai diversi anni: la scarsa collaborazione da parte degli sviluppatori di terze parti. Sì perché, sebbene la casa di Redmond abbia investito somme ingenti per potenziare la sua offerta di team interni – fatto che ha permesso a tutta la sezione gaming di Microsoft di salvare i conti di quella che sarebbe stata una pessima trimestrale -, il supporto da parte dei team esterni continua a latitare.
Per cercare di capire meglio il motivo di tale scetticismo nei confronti delle sue piattaforme, l’azienda ha annunciato l’espansione di Microsoft Research – sino ad oggi incentrata sulla raccolta del feedback da parte dei giocatori – al fine di coinvolgere anche gli sviluppatori, in modo da scoprire i motivi che li tengono lontani da Xbox.
Microsoft vuole vederci chiaro, per il bene di Xbox
La dottoressa Deborah Hendersen, che ricopre il ruolo di Principal User Researcher in Xbox, ha commentato l’annuncio in questo modo, rivolgendosi agli sviluppatori:
”Se non siete su Xbox, ci piacerebbe tanto saperne il motivo. Onestamente, penso che se utilizziate i prodotti dei nostri rivali, avrete probabilmente una prospettiva migliore dalla quale potremo imparare qualcosa.”
Questa iniziativa ha quindi lo scopo di analizzare, attraverso diverse metodologie di ricerca, quali sono gli aspetti che Microsoft deve migliorare per ricostruire il suo rapporto con la comunità di sviluppatori, andando ad applicare gli stessi strumenti di analisi che sono stati utilizzati per rafforzare il rapporto tra Xbox e la sua community, ma questa volta con un focus incentrato sul mondo della creazione dei giochi.
Nel corso degli anni sono più volte emersi diversi aspetti critici relativi al modo con cui la divisione Xbox si interfaccia con i suoi partner, a partire da comunicazioni poco tempestive, decisioni che non vengono comunicate in maniera corretta o per tempo e molto altro ancora. Aspetti che, nel corso degli anni, hanno portato diversi team a decidere di non investire nel supporto a Xbox, anche alla luce di una presenza molto marginale della piattaforma proprio nelle case dei giocatori.
Chissà che gli sforzi di Xbox Research non riescano finalmente a risolvere questi annosi problemi, anche se Microsoft potrebbe essersi mossa ormai troppo tardi. Dopo aver perso – per sua stessa ammissione – la generazione più importante (quella di Xbox One), l’azienda ha ormai ipotecato anche quella attuale e sta provando a recuperare il rapporto con gli sviluppatori solo dopo che la prima metà della gen si è ormai conclusa. Chissà se ciò basterà.