di Gabriele Congiu
Sono passati esattamente 15 giorni dal debutto di Resident Evil 7: Biohazard su iPhone, iPad e Mac, e sembra che il titolo di casa Capcom abbia totalizzato appena 2000 copie vendute. Ovviamente i dati non sono ufficiali, bensì si basano sull’osservazione di Mobilegamer.biz (link in Fonte), uno dei classici portali che si occupa di analizzare le performance dei titoli disponibili su App Store. Questo significa che l’analisi potrebbe non essere estremamente precisa, tuttavia ci permette di avere un ordine di grandezza affidabile per poter quantificare il successo del porting mobile di Resident Evil 7, dal momento che il dato deriva da una stima delle vendite ricavata tramite gli strumenti analitici del portale.
Secondo i numeri nudi e crudi, Resident Evil 7: Biohazard ha generato ricavi per Capcom pari a circa 28.140 dollari, ai quali bisogna aggiungere il 30% di trattenute richieste da Apple per la pubblicazione del gioco sul suo store. Questo significa che i ricavi complessivi ammontano a 40.200 dollari che, se divisi per i 20 dollari (o euro) richiesti per sbloccare il gioco completo, si trasformano in circa 2000 copie realmente vendute.
Ricordiamo infatti che è possibile scaricare Resident Evil 7 gratuitamente per poter testare una discreta sezione del gioco, in modo da acquistarlo solo dopo averlo provato. Oltre a ciò, segnaliamo che il titolo presenta anche un acquisto in app che permette di sbloccare tutti i DLC e contenuti opzionali (anche questo proposto a 20 dollari/euro), quindi è possibile che la stima delle singole copie vendute sia effettivamente più bassa, dal momento che alcuni ricavi potrebbero provenire proprio da questa voce. Nel complesso, il gioco è stato scaricato oltre 83.000 volte.
Resident Evil 7 non sfonda su iOS, ma è giusto così
Circa 2000 copie vendute per un titolo tripla A come Resident Evil 7 sono oggettivamente poche, ma per poter capire meglio la situazione è necessario tenere in considerazione le peculiarità che riguardano il lancio di questo genere di giochi su iOS e iPadOS. La situazione non è così tragica come sembra!
Il primo aspetto da valutare riguarda l’effettiva platea di possibili acquirenti su iOS, ovvero solo i possessori degli ultimissimi iPhone 15 Pro e 15 Pro Max, gli unici dotati del SoC A17 Pro necessario ad eseguire un titolo di questo calibro. La situazione cambierà quest’anno con il rilascio della lineup di iPhone 16, visto che tutti i modelli – anche quelli base – saranno compatibili con i giochi tripla A usciti in questi mesi, tuttavia è chiaro che ad oggi è impossibile aspettarsi che ci sia un ampio pubblico di possessori di iPhone di ultima generazione propenso all’acquisto di questo genere di giochi. A questo dobbiamo aggiungere il fatto che Resident Evil 7 non è certo un titolo recente, motivo per cui diversi giocatori potrebbero non essere interessati a spendere nuovamente su un gioco che hanno già completato negli ultimi anni e che è stato spesso protagonista di offerte su praticamente ogni piattaforma.
La situazione su iPad e Mac
La situazione cambia leggermente se consideriamo il lato iPad della vicenda, visto che gli iPad con SoC M1 o superiore (requisito minimo) sono ormai sempre di più e quindi il pubblico è potenzialmente maggiore, ma è anche vero che gli iPad vendono molto meno degli iPhone, quindi la platea non è poi così grande. Stesso discorso per quanto riguarda i Mac compatibili (anche qui da M1 in poi), quindi è abbastanza chiaro che, ad oggi, questo genere di titoli abbia bisogno della spinta che arriverà a partire da quest’anno, quando anche chi acquisterà un modello base di iPhone 16 potrà accedere al catalogo di tripla A.
I porting mobile hanno senso?
Viene quindi da chiedersi se questo genere di operazioni abbiano senso; d’altronde la platea è molto ristretta e tutti i numeri emersi sino ad ora (non solo quelli di RE7) sembrano indicare uno scarso interesse da parte del pubblico. In realtà l’unico modo per capire il motivo per cui Capcom, Ubisoft e Kojima Production stiano insistendo in questa direzione è quello di mettere il tutto in una prospettiva di lungo periodo.

In primo luogo, questi porting vengono realizzati con dei costi molto contenuti, anche grazie alla continua semplificazione dell’ambiente di sviluppo da parte di Apple, la quale ha realizzato strumenti che permettono effettivamente di convertire dei titoli per console e PC in giochi compatibili con i dispositivi basati su Apple Silicon in pochissimi click. Oggi queste operazioni potrebbero sembrare quasi controproducenti, ma è chiaro che lo scopo sia quello di puntare a consolidare un ecosistema gaming anche all’interno del parco dispositivi di Apple, il quale potrebbe completarsi nel momento in cui anche Apple TV verrà aggiornata su base Apple Silicon (magari con chip M4) e sarà quindi in grado di portare i titoli tripla A anche sulla TV, oltre che su smartphone, tablet e PC.
In attesa dell’ecosistema
Ecosistema è la parola chiave, dal momento che ogni gioco – incluso Resident Evil 7 – acquistato su una piattaforma, diventa automaticamente fruibile su tutte le altre, creando quindi un concetto di disponibilità cross platform molto vicino a quello proposto da Microsoft con la componente cloud del Game Pass, solo che qui avviene tutto in locale e persino offline. Diventa quindi lampante che guardare al risultato di Resident Evil 7 solo considerando il traguardo raggiunto nell’immediato sia un qualcosa di estremamente miope e lungimirante. Mai come in questo caso, i cavalli si giudicheranno all’arrivo.