Ubisoft sotto accusa per la chiusura di The Crew 1: avrebbe ingannato i giocatori

di Gabriele Congiu

Continuano i guai per Ubisoft e, dopo la chiusura del team di Prince of Persia: The Lost Crownquesta volta nell’occhio del ciclone troviamo il primo capitolo di The Crew, il titolo di corse che è stato delistato dagli store lo scorso dicembre, per poi essere chiuso definitivamente il 31 marzo 2024. Sembra infatti che alcuni giocatori non abbiano gradito affatto la mossa di Ubisoft, la quale potrebbe aver ingannato i giocatori in fase di acquisto, almeno stando a quanto sostenuto da due utenti californiani che hanno intrapreso un’azione legale nei confronti della compagnia francese, adducendo motivazioni tutt’altro che banali e che potrebbero avere conseguenze importanti per tutto il settore, qualora fossero accolte. Andiamo a vedere di cosa si tratta.

The Crew: chiude il multi player e il single player diventa ingiocabile

Al centro della vicenda ci sarebbe niente meno che il contratto di vendita del gioco, il quale viene pesantemente contestato dai due giocatori che intendono proporre la class action. Secondo quanto emerso, infatti, le motivazioni dietro la scelta di portare Ubisoft in tribunale riguardano la mancata tutela dei consumatori avvenuta durante la chiusura dei server del gioco, dal momento che questo ha reso inaccessibile anche la componente single player di The Crew. Pare infatti che molti dei file necessari al funzionamento della modalità single player fossero legati proprio ai server online, fatto che ha reso del tutto inutilizzabile anche questa componente di The Crew che, teoricamente, non avrebbe dovuto essere intaccata dalla chiusura del gioco.

I querelanti sostengono quindi che, in fase d’acquisto, Ubisoft ha sostanzialmente proposto una licenza di noleggio limitata, dal momento che la fruizione di The Crew è stata effettivamente bloccata al termine – ormai inevitabile – del supporto alla componente online. Sempre stando a quanto riferito dai due giocatori, la loro scelta di acquisto è stata influenzata da una comunicazione ingannevole da parte di Ubisoft, dal momento che nessuno dei due avrebbe comprato il gioco se fosse stato a conoscenza delle reali condizioni. Oltre a ciò, viene anche contestato che l’acquisto delle copie fisiche è anch’esso ingannevole, dal momento che nessuna di queste contiene realmente tutti i file necessari ad eseguire il gioco, quindi anche questo aspetto è stato falsamente rappresentato dall’azienda.

Un precedente importante

I due querelanti richiedono che la sentenza venga impostata come class action in modo che anche altri giocatori abbiano la possibilità di essere rappresentati e, eventualmente, risarciti. Questo pone un precedente importante, dal momento che – se dovesse essere accolta -, la sentenza potrebbe stabilire delle nuove regole riguardo il modo in cui devono essere concepiti tutti quei giochi single player – e potenzialmente offline – che utilizzano metodi di autenticazione always online, i quali verranno inevitabilmente resi inaccessibili in un futuro più o meno remoto, rendendo quindi l’acquisto del titolo un semplice noleggio di lungo periodo.

Questo mal si sposa con le leggi a tutela dei consumatori vigenti in quasi tutto il mondo, quindi l’esempio di The Crew potrebbe essere fondamentale per correggere la strada intrapresa da alcune aziende. Restiamo quindi in attesa di ulteriori aggiornamenti.

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